La mia Firenze
Il giro classico prevede (prevedeva) Venezia, Firenze e quindi Roma. La furtiva visita a Firenze include (includeva) un giro per la città in centro con puntata inevitabile in un grosso negozio di pelletteria, le nudità del David, una assaggiatina di Uffizi, e una descrizione, strada facendo, di storia e palazzi celebri del castrum romano del centro. E magari una visita alla casa di Dante dove il poeta non ha mai abitato. Un centro affollato di trascinatori di trolley, di mangiatori di panini, di polifonie di lingue di gruppi assetati di curiosità che non ricorderanno. E' il destino tragico del turismo di massa che fa economia e poco altro. Una città Firenze che, in realtà, sarebbe schiva, silenziosa, anche poco illuminata, dove la vita profonda è non vista. Una città fatta di sobrietà, ai limiti dell'avarizia, dove il rigore estetico dei suoi palazzi nasconde gloriosi giardini invisibili. Anche Palazzo Pitti nasconde Boboli dietro di sé. E così tanti edifici bellissimi dentro la cerchia dei viali celano spazi verdi eleganti e ricchi, come le Serre Torrigiani, visibili solo sorvolandoli con un drone. Spazi anche di diversi ettari, ma misteriosi, chiusi da mura che il turista non può cogliere. C'è un Oltrarno che ovviamente ha affrontato le novità del tempo, ma che è riuscito a non perdere le sue caratteristiche antiche, piazze insolite circondate da vicoli bui dove ancora sopravvivono mestieri quasi in disuso. Dove si riesce ancora a sentire lo scalpiccìo dei propri passi. Chiese e Palazzi non sono così celebrati come quelli del centro, e tuttavia reggono il confronto e anche una maggior autenticità ambientale. E questa è la città della pianura. Ma vi è quella delle colline. Certo tutti vanno al Piazzale Michelangelo, la grande terrazza voluta dall'architetto Poggi, con i viali che la raggiungono. E la vista è magnifica. Ma è da quel punto in là che cominciano le colline fatte di stradine quasi impercorribili, tanto sono strette, che portano a splendide dimore, anche quelle invisibili, chiuse da muri e alti cancelli, come fossero in aperta campagna e non a pochi minuti dal Duomo. Questo è il lato Sud, ma esistono le colline a Nord, con borghi rimasti intatti, come Fiesole o la minuscola Settignano, con una vista insolita del panorama fiorentino. Anche lì stradine, scalette, portano in contesti di altri tempi, dove l'uomo non ha fatto molti danni. Anche i musei, quelli arcinoti, richiamano (richiamavano) folle di turisti obbligati all'imperdibile. Ma ve ne sono altri che possono produrre altrettanto stupore. Le armi dello Stibbert, le bellezze di quello etrusco, romano e egizio, oppure il museo di etnologia, o la Specola, oppure quello delle Carrozze o di Storia della scienza e altro. Perdite per i turisti, ma anche per gli abitanti soffocati dal troppo che vedono per occuparsi dal molto che non vedono.
In ogni luogo, forse, è l'invisibile che spiega di più di quel che viene spiattellato come una pizza di rapido consumo.
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