Nel settecento le famiglie aristocratiche inglesi usavano mandare i loro giovanotti a fare il “Grand Tour”,
un giro istruttivo dell’Europa che iniziava a Parigi e poteva spingersi fino a Napoli – la seconda città
d’Europa – o persino a Palermo. Dopo un anno o più di questo viaggio educativo, tornavano a casa muniti di
tonnellate di opere d’arte di dubbia provenienza che avevano comprato in buona fede come “antichità genuine”.
Quando una persona blasonata o di grande reputazione arrivava a Napoli, la prima tappa era la presentazione
all’Ambasciatore Inglese al Regno di Napoli, Sir William Hamilton. Era socio della Royal Society, collezionista
di antichità e uno studioso appassionato di vulcani, in particolare del Vesuvio e dell’Etna. Sua moglie,
Emma Hamilton, aveva avuto un passato discutibile – e in seguito sarebbe diventata anche l’amante dell’Ammiraglio
Nelson – ma si era conquistata l’intima amicizia della Regina di Napoli.
Il soprano Elizabeth Billington (nata Weichsel, 1768-1818) era una delle cantanti più importanti del settecento:
lei, Cecilia Davies, il tenore John Braham e il basso Michael Kelly erano gli unici cantanti britannici a conquistare
i palcoscenici dei grandi teatri italiani dell’epoca. Nel 1792 un certo James Ridgway pubblicò una finta “biografia”
pornografica della Billington, che si ritrovò accolta da commenti salaci dalla galleria quando cercò di proseguire
la sua carriera a Londra. Si sentì costretta ad abbandonare l’Inghilterra, finché lo scandalo non si calmasse, così
salpò con il marito Mr. Billington e il fratello, il violinista Charles Weichsel, per fare il “Grand Tour”. Quando
arrivarono a Napoli, nel 1794, Sir William e Lady Hamilton si entusiasmarono tanto del canto di Elizabeth che Emma
la presentò alla Regina. Dopo aver ascoltato la Billington alla Reggia di Caserta, il Re e la Regina la invitarono
ad aprire la stagione al San Carlo (il teatro fa parte del complesso del Palazzo Reale). Fece il suo debutto il
30 maggio 1794, nell’Ines di Castro di Francesco Bianchi e, successivamente, cantò in opere di Paër, Paisiello,
Himmel e Guglielmi.
La sua popolarità a Napoli fu seriamente minacciata da due avvenimenti disastrosi. Ci fu un’eruzione del Vesuvio,
e i napoletani superstiziosi credevano che la colpa fosse del Re, che aveva permesso a un’eretica inglese di cantare
sul sacro palcoscenico del San Carlo; per fortuna, cantò così gloriosamente che scordarono l’eruzione. In ogni caso,
la diva godette dell’appoggio della colonia britannica di Napoli, capeggiata da Lady Templeton, Lady Palmerston,
Lady Gertrude Villiers e Lady Grandison. Una sera, durante la sua seconda stagione, nel 1796, successe qualcosa di
più grave: mentre si preparavano ad andare in teatro, il Signor Billington ebbe un improvviso attacco di cuore e morì.
Correvano voci che la diva avesse avvelenato il marito e Elizabeth e suo fratello ebbero l’accortezza di partire per
esibirsi nei teatri di Milano e Venezia.
Nel 1799 la vedova Billington sposò un bellissimo francese, che subito si mise a picchiarla e a sequestrare i suoi
soldi e gioielli; con l’aiuto del fratello scappò e si esibì di nuovo nei teatri d’opera sia inglesi che italiani
di Londra. Nel 1806, per la sua serata d’onore, scelse La clemenza di Tito di Mozart: si trattò della prima esecuzione
a Londra di un’opera mozartiana. Dalla biblioteca del Principe di Galles (che era stato un suo amante) prese in
prestito l’unico manoscritto della partitura che si trovava in Inghilterra, e quando la partitura arrivò al teatro,
per soddisfare la curiosità di cantanti, coro e orchestra, si mise al pianoforte e suonò e cantò tutta l’opera.
Mrs. Billington si ritirò dalle scene nel 1809 e nel 1817 fece pace con il marito, partendo con lui per la sua villa
nel Veneto. Qui nel 1818 egli riuscì finalmente a ucciderla, buttandole addosso un piatto pesante. La prima illustre
vittima di un “disco volante”?
Michael Aspinall
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"The Bulstrode Siren", una caricatura di James Gillray del 1803 che mostra la prima donna Mrs Billington
seduta al fianco del Duca di Portland, William Henry Cavendish-Bentinck. Il Duca la invitò a cantare per lui,
nella sua residenza, "Bulstrode", pagandola profumatamente per questo. (British Museum)
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Michael Aspinall
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