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MOSCA

Manco da Mosca da un anno, e mi tormento di nostalgia. Ci ho vissuto dieci anni. Non è una città facile, e potreste spaventarvi a viverla per un solo fine settimana. E invece resistete, e fatevi impressionare.

Allo Strelka troverete il mojito più bello di Mosca. Andate a fine pomeriggio, quando persino la cattedrale voluta da El'cin appare stupenda, con la sua cupola incendiata dal sole che tramonta. Le chiatte risalgono sulla Moscova e davanti a voi sporgono appartamenti venduti a quarantamila euro al metro quadro.

Tutti vi avranno consigliato il Caffè Puškin, e infatti non perdetevelo, un ristorante che pretende di essere stato costruito nell'Ottocento e che invece quando sono arrivata io a Mosca era ancora una voragine sul Tverskoj boulevard. È stupendo, con i suoi piatti di cucina russa-francese e i suoi camerieri con le basette ottocentesche, e non dimenticate i bagni, almeno quelli delle donne, dove tutti i lavandini sono dipinti di fiori blu inizio secolo.

A Mosca andate a passeggio. La città è gigantesca, ma solo sudando sulle lunghezze dei suoi marciapiedi si può sentire la grandiosità di una piazza Rossa in leggera discesa, che sembra accompagnare la rotondità della terra, o del Sadovoye koltso, l'"anello dei giardini", una circonvallazione che contorna tutto il centro di Mosca e dove le strade sono larghe sedici corsie.

Tralasciate il museo Puškin, il museo d'arte occidentale che per gli occidentali non è un "must" (a meno che non siate appassionati di impressionisti, però allora andate al museo d'Orsay), e visitate la galleria Tret'jakov. L'800 in tutto il mondo è un secolo di moderati successi nell'arte, ma non in Russia, dove è un tripudio di fatine, cavalieri, principesse, monaci eremiti che fissano all'orizzonte albe rosa e celesti. La prima volta che l'ho vista ne sono rimasta inorridita, poi me ne sono innamorata. Oppure le icone: mute per noi cattolici italiani, finché ti dicono che Andrej Rublëv è il Giotto russo e quando hai davanti la sua Trinità, ci credi.

Margherita Belgiojoso

   clp © Di Meo Vini ad Arte